whis

◆ ? ◆ Angel ◆

◆ ? ◆ Beerus' Master

◆ neutral ◆ omo

ウイス

Gli schiamazzi di Son Goku puntuali al mattino erano diventati per Lord Whis ormai una piacevole abitudine.
Discendendo lentamente le scale del palazzo, conscio che Son Goku era sull'uscio pronto per supplicare un allenamento, l'Angelo impiegò il doppio del tempo per giungere al cospetto del chiassoso Saiyan che appena lo vide scattò rapidamente dinnanzi all'azzurino.
"Alzarsi presto tempra il corpo e lo spirito, ma non ricordo d'averti detto, Goku-san, che oggi ti avrei allenato" con voce sottile, tanto da risultare stridente, Whis distrusse in un attimo i sogni del corvino che per quanto continuò a pregare il maestro non ottenne altro che una promessa di un allenamento futuro.
"Puoi sempre dissipare le tue tante energie pulendo il palazzo di Lord Beerus. In effetti è un compito che spetta a voi due Saiyan, ma constato con una nota di rammarico che non siete più all'altezza di un così semplice incarico..." non ebbe il tempo di finire la frase che il Saiyan scattò verso l'interno del palazzo avendo forse preso il consiglio di Whis come un chiaro ordine da eseguire nel più breve tempo, poco male pensò: avrebbe avuto del tempo per se stesso, qualcosa che di rado si concedeva.
Fuori la palazzo la natura dominava incontrastata lo sguardo dell'Angelo che si beò per qualche secondo di quello spettacolo per poi proseguire in quella silenziosa passeggiata. Lord Beerus riposava ormai da mesi e svegliarlo era assolutamente fuori discussione per quanto alcuni pianeti necessitassero del suo intervento per stabilire se dovessero continuare a splendere nell'Universo o meno, ma Whis era decisamente troppo accondiscendente con il suo allievo, una pecca che lui stesso si commiserava al seguito delle tante critiche famigliari che questo atteggiamento gli era costato. Il pensiero di Whis ciclicamente ricadeva sul proprio pupillo Beerus che in quei secoli di convivenza era assai cambiato: da piccolo micetto spelacchiato assolutamente negato al controllo del Ki fino ad essere insignito di una delle cariche più prestigiose per un mortale: il titolo di Hakaishin.
Whis ne era stato sinceramente fiero per quanto sapeva che il carattere pigro e indolente di Beerus avrebbe poco giovato al suo ruolo di Distruttore, ma per il momento nessuna critica era stata mossa da Zen'o in persona di conseguenza poteva dormire sogni tranquilli.
Il passo dell'Angelo era lento sul manto erboso data la quantità di ricordi che si trovava costretto a gestire nella mente; essere un essere divino come nel suo caso implicava anche una vita eterna fatta di ricordi alcuni piacevoli altri meno.
Probabilmente se avesse dovuto annoverare alcuni ricordi come spiacevoli sicuramente avrebbe scelto tutte le volte che la sorella Vados lo aveva costretto nei loro allenamenti col volto al suolo pronto ad ammettere la cocente sconfitta. Non era mai stato in grado di superare la sua bella sorella maggiore nonché sua maestra, domandarsi il perché era qualcosa che Whis aveva smesso di fare ormai da diversi secoli, ma se tornava a pensare a quelle giornate dove dava sfogo a tutto il suo potere inutilmente non poteva non sorridere amaramente di se stesso. Distese le dita della mano destra fece comparire lo scettro e dopo averlo fatto volteggiare per puro diletto controllò dalla sfera nera posta sopra l'andamento dell'Universo Sette. Impossibile non rintracciare immediatamente l'imperatore Freezer che pareva impegnato a recuperare il suo dominio sulla galassia, Whis sorrise nel vedere che finalmente il freddo si stesse dedicando anima e corpo anche a un serio allenamento che stava iniziando anche a dare insperati frutti.
Freezer sarebbe sempre potuto essere un candidato perfetto al ruolo di Hakashin, un peccato che il suo ego necessitasse sempre di qualcosa di più, elemento che Whis non poteva apprezzare, ma il potere dell'imperatore era qualcosa che sembrava non poco stuzzicare l'Angelo.
Lo sguardo di Whis passò subito sulla Terra constatando come tutte le sue conoscenze se la cavassero tutto sommato bene.

"E tu, Whis? Sei felice?"

Improvvisamente Whis si guardò attorno certo d'aver udito una voce, magari del Pesce Oracolo, ma quella che aveva sentito era unicamente la voce della propria coscienza.
"Che sciocchezzuole..." disse fra sé e sé, ma rifletté a lungo mentre passeggiava privo di una metà se fosse felice.
Da quando aveva preso con sé Son Goku e Vegeta si teneva impegnato durante la settimana con saltuari e noiosi allenamenti, ma nulla che potesse dargli reale soddisfazione.
Naturalmente Son Goku stava migliorando, ma non quanto avrebbe potuto.
Probabilmente felice non lo era mai stato compiutamente o ancora un Angelo non poteva di certo comprendere sentimenti così terreni come felicità.
Portandosi una mano al petto Whis dovette corregge il suo stesso pensiero: aveva avuto la prova che un Angelo poteva conoscere il dolore di un mortale.
Lo sguardo dell'Angelo si alzò verso la struttura a forma di albero che troneggiava in altezza e grandezza, là dove Beerus adesso riposava.
Le labbra si piegarono e i denti affondarono in esse mentre rinnegava con tutte le forze che possedeva ogni sentimento che albergava nel proprio cuore.
Per quanto avesse piena padronanza del proprio immenso potere, non poteva dire lo stesso del proprio cuore che ancora dopo svariati secoli batteva per /lui/.

scarlet

◆40 ◆ Human◆ Leon

◆ 8 August ◆ Head of Weapons Developmen

◆ villan ◆ etero

Midgar

Elegante risaltava la firma di Scarlet sul foglio bianco, l'ultimo piano d'azione della ShinRa che prevedeva una manovra di diversi milioni di Gil subito disponibili per l'acquisto di nuove e sofisticate apparecchiature belliche era stato un colpo di cui il capo del sezione armamenti poteva ritenersi fieramente soddisfatta.
Del resto la sola idea di vedere Hojo strapparsi i capelli dinnanzi alla realizzazione d'aver perso una quantità ingente di denaro per le sue ricerche ripagava Scarlet di tutte le fatiche.
Girando la penna fra le dita continuava a rileggere il documento dove la firma del presidente Shinra risaltava appena sopra alla propria.
Per quanto fosse donne, Scarlet non era seconda a nessuno, aveva imparato in fretta a farsi valere in mezzo a tutti quegli uomini dimostrando quanto investimenti sul reparto bellico fossero utili ed essenziali per il proseguo della compagnia, un vero peccato che il presidente fosse così interessato al suo adorato progetto SOLDIER da relegare tutti gli altri progetti a un ruolo secondario, ma nemmeno in questo caso Scarlet si dava per vinta, arrivista com'era sapeva che ogni lasciata poteva essere persa data anche la spietata concorrenza che aveva al seguito. Le labbra vermiglie della bionda si schiusero in sospiro mentre distendeva i muscoli rilassandosi qualche secondo; essere a caso di una sezione della ShinRa comportava non poche responsabilità alle quali Scarlet sapeva come adempiere senza alcun problema, ma spesso capitava che la bionda dovesse relazionarsi con dei perfetti incapaci dettaglio che rovinava non poco il suo umore.
"Madame" la voce piatta di un fante la trasse via dai suoi pensieri, Scarlet alzò appena lo sguardo dando modo al giovane soldato di parlare domandandosi che cosa avesse di così importante da dirgli tanto da disturbare il suo silenzio.
"E' richiesta la sua supervisione nella sala Mako."
"Da quando è di mia competenza quell'area?" la voce fredda di Scarlet colpì sul vivo il fante ben conscio delle punizioni fisiche che il capo della sezione armamenti fosse capace di delegare a chiunque ne disturbasse la quiete o il lavoro.
"Sono disposizioni superiori, Madame. Si tratta della SOLDIER..."
"Nemmeno in quel caso sarebbe di mia competenza, ragazzo. Lazard il lacche ne è a capo."
"E' il presidente a chiedere la sua presenza."
Scarlet sapeva di non poter replicare, ma la sola idea che il giovane fante avesse avuto l'ultima parola non garbò alla donna che alzandosi con un sinuoso movimento dalla sedia lo sovrastò con la sua imponente altezza.
"Speriamo che ne sia valsa la pena, altrimenti ti riterrò responsabile di questa perdita di tempo, bel soldatino."

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Il passo di Scarlet era cadenzato, il rumore dei passi risuonava lungo tutto il buio corridoio che l'avrebbe condotta alla stanza Mako là dove il progetto SOLDIER vedeva la sua genesi.
Non aveva mai apprezzato la SOLDIER ritenendo i soldi investiti in quelle macchine umane poco più di una perdita di tempo.
Non appena la porta della stanza Mako fu aperta Scarlet pregò affinché fosse valido il motivo che l'aveva condotta fin là.
Lo sguardo della bionda incrociò immediatamente quello di Hojo e il disprezzo montò nel petto della donna a dismisura appuntandosi mentalmente di farla pagare al giovane e innocente fante che da messo senza colpe aveva richiesto la sua presenza lì.
Un sorriso di circostanza fu sufficiente al capo del dipartimento bellico per salutare Hojo che dal canto suo non aveva mai potuto sopportare la donna.
"Perché mi hai fatto chiamare?"
"Errato, Scarlet. E' il presidente che vuole che ti mostri dove possa arrivare il progetto SOLDIER... dato il tuo essere scettica."
"Oh certo, il presidente... magari dopo le tue meste lusinghe. Non devi aver digerito la perdita di quel finanziamento, non è vero, Hojo?"
Lo scienziato ridacchiò spingendo con un gesto della mano Scarlet a guardare al di là del vetro dove un uomo immobile, privo di qualsiasi tipo di indumento, legato mani e piedi finanche al collo e il busto, veniva torturato senza alcuna decenza.
Non era uomini, bensì bestie a martirizzare la sua carne facendola a brandelli, ma lui immobile lasciava che le fiere facessero la prima mossa.
Scarlet guardò con poco interesse la scena.
"Un SOLDIER?"
"Il SOLDIER" la corresse Hojo i cui occhi scintillavano.
"Una seduta di tortura. Non meno pesanti di quelle che i miei soldati sono costretti a subire."
"Osserva quel filo che entra nella vena del suo braccio, stiamo iniettando da diversi minuti del Mako nelle sue vene il che rende il suo corpo estremamente resistente agli attacchi. Non dimostra alcuna reazione avversa, ma appena arriveremo al punto di sutura potrai vedere cosa intende il presidente quando dice che i SOLDIER sono la nostra arma migliore."
Scarlet continuava a guardare il giovane uomo martoriato dalle zanne delle bestie sentendo la noia attanagliarla sempre di più, ma ecco che il SOLDIER d'improvviso si levò in piedi spezzando le catene che lo tenevano imprigionato e non più un infelice Prometo incatenato diede adito alla sua furia massacrando le diverse bestie a mani nude mentre il proprio corpo si rigenerava di minuto in minuto sotto gli occhi increduli di Scarlet.
"Ha distrutto quegli animali col solo ausilio delle mani. Le sue ferite sembrano essersi richiuse."
L'uomo guardò verso il vetro puntando gli occhi verso Scarlet senza palesare alcuna emozione nel suo volto rigato dal sangue.
"Vieni avanti, Sephiroth. Ottimo lavoro" scandì Hojo al microfono e l'uomo si fece avanti senza curarsi delle carcasse che schiacciava sotto il peso del corpo e della sua nudità.
Una volta uscito dalla zona d'allenamento il SOLDIER non proferì parola.
"Hai visto di cosa sono capaci i SOLDIER?"
"Una rondine non fa primavera, Hojo. Ma devo ammettere che questi SOLDIER sono dei perfette macchine da guerra."
Hojo sorrideva mentre si avvicinava a Sephiroth colpendolo sulla spalla con forza.
"Lui più di tutti."
Scarlet puntò gli occhi in quelli del SOLDIER Sephiroth notando il Mako brillare intensamente nei suoi occhi.
"Chissà se ne farai di strada o morirai subito. Ti aspetto al quindicesimo piano interrato, vediamo se saprai tenere il passo anche con le mie macchine."
"Dovrà utilizzare tutti i soldi avuti dal presidente Shinra per riacquistarle. Glielo garantisco."
Sephiroth palesò la sua voce e una tale presunzione diede non poco fastidio alla bionda che con un sarcastico lasciò la sala Mako.