Votes given by »ƒleur rouge«

  1. .
    N.B volevo avvisare che se c'è qualche errore è che non sono abituata a scrivere in terza persona in passato, visto che ruolavo in prima persona... perciò chiedo scusa in anticipo e abbiate pazienza finché non prendo la mano.
    P.S se vi da fastidio la scheda che ho creato per la role di prova lo tolgo subito.





    BROLY


    dragon-ball-super-broly-broly
    → age: ???;→ sex: M;→ Razza: Saiyan; →
    HOQUwrS
    I rumori attorno a Broly si fanno sempre più lontani e udibili per le sue orecchie, una pace attorno a lui si faceva sempre più insistente, quasi fastidiosa per il guerriero, abituato com'era alle lotte e alle guerre, mentre il suo sangue sgorga incessante dalle sue ferite provocate dal duro colpo da parte di Gogeta. Era così stordito e debole che gli sembrava che qualcuno lo abbracciasse, un abbraccio eterno nell'oscurità, forse era la morte che gli fa visita? No, certo che no.
    La sua potenza lo aveva portato a scontrarsi con qualcuno di davvero forte, Vegeta e Goku, non se lo aspettava di certo che quei due fondendosi in quell'essere lo avrebbe sconfitto per quanto lui fosse forte.
    Ma poi dove arrivava la forza di Broly? Una forza così terribile che lo divorava fino a tal punto da renderlo pazzo? Era l'odio? L'odio per quei due gli ha dato tutta quella dannata potenza? Dopotutto è possibile, visto che, più un Saiyan è arrabbiato più la sua potenza cresce, ma lui? Lui è un eccezione, è un mostro nato già con un potere talmente smisurato che perfino il Re dei Saiyan, Vegeta lo ha spedito lontano dal loro pianeta perché Broly è più potente del figlio di Re Vegeta, già, quel dannato Re ha gettato Broly verso il pianeta più remoto della galassia: Vampa. Ma il padre lo raggiunse accompagnato da Beets, con l'intenzione di allenarlo per vendicarsi, forse è proprio da qui che iniziò la caduta rovinosa di Broly, il colpevole di tutto ciò che ha passato era proprio il padre: Paragas.
    Gli occhi di Brloy si spalancano di colpo, dove si trovava? Quanto tempo è passato? Per quello che si ricordava era stato sconfitto, ed era grondante di sangue, ma adesso è stato medicato, ma da chi? Chiuse gli occhi ancora e come lo fa ricorda la bruciante sconfitta! La rabbia inizia a impossessarsi di nuovo di lui, e la coscienza lascia il posto a una ferocia cupa e terribile! Ad un tratto l'intera stanza fu spazzata via dalla sua potenza che però fu stranamente contenuta da qualcosa, e il suo corpo fu immobilizzato da qualche forza misteriosa e la cosa rese il Saiyan ancora più rabbioso, ma vedendo che non poteva muoversi in alcun modo Broly si guarda attorno per vedere se riusciva a scorgere il guerriero che riusciva in chissà che modo bloccarlo, mentre le sue bende iniziano a tingersi di rosso vivo

    "Dovresti darti una calmata!"

    sentì una voce femminile, e dal canto suo il Saiyan dirige il suo sguardo truce e tagliente dove proviene quella voce femminile, e una sagoma appare dal nulla. Broly la guardava ancora più male, mentre lei, con le labbra piegate in un sorrisetto da sfida continuò

    "Lascia che mi presenti, sono Marcarita, ti ho salvato la vita e voglio farti una proposta che accetterai di sicuro. "



    Volete farvi avanti e combattere con me o preferite vedermi distruggere questo insulso pianeta senza intervenire?



    Scheme Role © ~Sean~


    Edited by ~Sean~ - 7/5/2023, 21:53
  2. .
    Da spia ad alleato.
    Sebbene Mano avesse stretto un patto con Mercoledì, alla quale era ormai pienamente devoto, non erano poche le volte in cui Morticia e Gomez avevano cercato di estorcergli informazioni sulla propria figlia attraverso la sfera di cristallo, in particolare sulla sua vita sentimentale. Per evadere una di tali, scomode conversazioni, Mano era uscito dalla stanza di Mercoledì ed Enid per girovagare nella Nevermore, furtivamente "diteggiando" fra la folla di studenti, troppo impegnati nelle loro giovanili conversazioni per guardare ai propri piedi.
    Conosceva ormai a menadito quei corridoi e quelle mura ma c'era sempre qualcosa da fare, per ingannare la noia: anfratti da scoprire, interessanti libri da leggere in biblioteca, o anche solo momenti di pace da ricercare nei boschi adiacenti, sebbene la sua attività preferita fosse ormai diventata quella di rilassarsi in camera in compagnia dello smartphone di Mercoledì, la quale non sembrava avvezza ad utilizzarlo, o di Enid e dei loro rituali di bellezza. Da quando Mercoledì non aveva più nulla su cui indagare e stava concentrandosi sullo studio e la scrittura, e soprattutto da quando lei aveva rischiato di perderlo per sempre, non lo mandava più a svolgere missioni pericolose, o a pedinare individui sospetti… tutto era più tranquillo… la quiete prima della tempesta, forse?
    Questa volta, il suo girovagare lo aveva portato fin in cima al tetto della scuola, dove avrebbe aspettato il tramonto. Il cielo aveva già assunto delle sfumature arancioni, lilla e rosa e i sensi di Mano erano pieni di tale magnificenza. Se potesse, starebbe sorridendo ampiamente. La prossima volta non potrà sfuggire al settimanale bollettino alla famiglia, ma per il momento si gode quella fuga che ha i colori caldi di un cielo al tramonto.
  3. .
    Diana Lodge sedeva nel pub oramai quasi deserto. Il suo tavolino preferito era quello in fondo all'angolo sinistro, sedeva con le spalle al muro e lo sguardo diretto verso la porta d'ingresso. Un vezzo, il suo, che manifestava la sua diffidenza nei confronti del mondo e la mania del controllo che la caratterizzava; era solita studiare ogni volto che entrava, ascoltava le conversazioni altrui per immaginare che tipologia di personalità potessero avere gli interlocutori ai quali si interessava, ma non quella notte.

    Era ormai mezzanotte e mezza e la giovane dai capelli argentei non si era mossa da quella sedia per più di due ore. Aveva ordinato una bottiglia di birra e nonostante non fosse sua abitudine bere, piano piano la scolò tutta. Aveva bisogna di estraniarsi, di non pensare, ma quell'azzardo le costò caro: il ricordo della delusione che l'aveva portata lì dentro, sfociò in un fiume di lacrime e mal di stomaco, misto a fuoco dentro il petto.
    Vendetta, astio, livore.
    Erano i sentimenti che l'accompagnavano da tre mesi, da quando aveva chiuso una relazione tossica che la stava distruggendo. Non sapeva spiegarsi perchè una merda come lui dovesse mancarle. Gli aveva donato il suo cuore, era stata il suo sostentamento emotivo per due anni e in cambio ha ricevuto solo male. Si era salvata da una persona che non conosceva l'amore, nè sapeva cosa significava voler bene, eppure non si sentiva in pace con se stessa.era vero: così come non bastava una goccia a salvare un fiume dalla siccità, qualche lacrima non l'avrebbe aiutata a scacciare via il dolore. Ne sarebbero dovute scorrere copiose molte altre, perchè lei potesse rialzarsi completamente, molte altre come quelle che le bagnavano il viso, roventi, come il fuoco che le avvolgeva il cuore straziato.
    Navigava in un mare in tempesta, persa e sola, lontano da casa, amici e famiglia.
    Era testarda, combattiva, ma ogni armatura ha il suo punto debole e la sua stava per incrinarsi irrimediabilmente.

    Di lì a poco, si sarebbe ripresa, asciugata gli occhi e il viso bagnati, avrebbe pagato il conto e sgattaiolata fuori dal locale, al freddo pungente di Baltimora. Accendendo una sigaretta, si sarebbe diretta verso la sua auto, per poi tornare a casa sua, buttandosi alle spalle anche quella giornata.
    Un passo alla volta, avrebbe ripreso in mano la sua vita, lo sapeva, ne era convinta, ma ci sarebbe voluto del tempo, come per ogni ferita aperta, doveva rimarginarsi, essere disinfettata e curata, per non diventare purulenta e infetta, un'ottima metafora di accostamento per definire quell'uomo che se avesse potuto, avrebbe ucciso.
  4. .
    Che gli vuoi dire... Frieza è un po' ambiguo xD
    Grazie amore <3
  5. .
    frieza

    ◆ 55◆ cold ◆ aries
    ◆ universe 7 emperor ◆
    ◆ agent of destruction ◆ bisex
    フリーザ




    "I'll go ahead and say...
    you're going to have a very tough time fighting me."



    Ecco dunque, il momento era giunto.
    Un momento che l'imperatore del male, l'imperatore caduto dell'Universo 7 aveva atteso praticamente da sempre, da quel dannato giorno in cui le sue membra si erano sparpagliate per tutta la galassia a seguito dell'esplosione di quel dannato pianeta Namek: il momento della vendetta.
    Sì, perché la vendetta alla quale Freezer aveva sempre bramato non era tanto quella di strappare via la vita a quello schifoso saiyan di nome Goku, il super saiyan della leggenda, a suo sapere; bensì quella di umiliarlo esattamente come egli aveva fatto ai suoi danni proprio quel giorno in cui gli aveva visto lui stesso divenire i capelli da neri come la pece, biondi come il grano e gli occhi da scuri a verde acqua.
    Dannato quel giorno in cui aveva fatto l'unico errore di solleticare a tal punto la sua ira, la collera del saiyan, così da portarlo a manifestare tutto il suo risentimento nei suoi confronti in aura dorata e infuocata attorno a sé, così devastante da scalfire persino quella inarrivabile e intoccabile del signore del settimo universo.
    Ma ora la musica era cambiata.
    Già in precedenza aveva tentato di ottenere quanto di più succulento adesso gli si era presentato davanti: proprio lui, Goku, in fin di vita, morente esattamente come lui molti anni prima, bisognoso di aiuto e sostegno da parte di qualche anima pia; ma non gli era andata così bene perché ci aveva pensato quel buono a nulla di Vegeta a distruggergli i piani intervenendo anche lui con quella loro strana nuova trasformazione in super saiyan dall'aura divina.
    Adesso però la musica suonava a suo favore. Niente Vegeta, niente figlio di Goku, niente amichetti terrestri pronti ad aiutarlo, niente e nessuno: Goku era solo, tutto solo, unicamente per lui e per il suo volere.

    "...Oh, oh, oh... Quale mero spettacolo ho qui di fronte a me" disse sogghignando piano dopo aver trascinato il corpo inerme del saiyan provato dietro alcune rocce che si erano accatastate a seguito di uno scontro consumato precedentemente sul posto.
    Freezer aveva fiutato da subito la possibilità di ottenere profitto da quello strano Torneo del Potere, ma mai si sarebbe aspettato che proprio in quell'occasione sarebbe riuscito a coronare un sogno del genere. Del resto, a lui di salvare l'universo poco importava essendo che al momento non era più suo. Se mai ne avesse avuto la possibilità, sicuramente avrebbe rivendicato i suoi averi e le sue proprietà, ma tutto ciò che prima era per lui di vitale valore, adesso era sicuramente passato in piani inferiori se l'occasione scaturitagli da tale evento era proprio quella di poter umiliare quello schifoso saiyan.
    Niente aveva importanza dunque, né l'universo né la propria incolumità, solo lui: Goku e la sua umiliazione.

    "Questa è una situazione che stranamente mi pare di aver già vissuto... Non credi anche tu?" domandò all'uomo avanzando a passo lento verso di lui tentando di produrre minor rumore possibile a seguito dei suoi passi contro il suolo. Fermatosi a davvero pochi centimetri dal ragazzo, l'alieno mosse velocemente la coda alle proprie spalle a seguito di un gesto nervoso provocato dal chiasso che alle sue spalle lo infastidiva enormemente. Avrebbe gradito molto di più trovarsi là da solo completamente con Goku, senza altri scocciatori pronti ad ammazzarsi l'un l'altro per la propria incolumità.
    Incolumità che Freezer difficilmente forse avrebbe potuto garantirsi se si fosse trovato faccia a faccia contro quel tale di nome Jiren.
    Doveva ammetterlo, le proprie capacità ancora non erano sufficientemente elevate da poter competere con simili colossi e questa era una dura verità che andava in netto contrasto con i propri piani di assoluto dominio e rivalsa contro persino gli Hakaishin.
    Furono gli occhi incerti di Goku che ricercavano i propri rossi, al momento, a distrarre Freezer da simili pensieri mentre quest'ultimo piano levava lentamente un braccio in direzione del mal capitato.

    "Tu non hai la minima idea di quanto io abbia atteso questo momento... Saiyan." sussurrò a denti stretti mentre distendeva le dita aprendo per bene la mano di fronte a Goku.
    Lentamente un bagliore violaceo chiaro, cominciò ad avvolgere la mano candida dell'imperatore caduto mentre un ghigno sadico ne accompagnava la crescente voluminosità.
    "...Mh-Mh. E' così soddisfacente guardarti così, con quegli occhi quasi spaventati. Goku... Peccato che tu mi serva ancora." l'avrebbe attaccato? Eccome. Lo avrebbe ucciso, l'avrebbe fatto soffrire, sanguinare, senza che nemmeno più una goccia di sangue gli scorresse nelle vene e solo all'ultimo gli avrebbe strappato l'ultimo respiro dai polmoni ma no, quella non sarebbe stata una vera vendetta. Quella sarebbe stata solo rabbia consumata che mai gli avrebbe riportato indietro quanto ora stava per ottenete.
    Un ultimo ghigno ed ecco che dalla mano di Freezer quella vasta aura luminosa passò proprio al corpo dolorante di Goku trasmettendo a quest'ultimo nuove energie vitali.

    "Ti ho passato parte della mia energia. Non è molta ma dovrebbe bastarti per rialzarti in piedi e ricomporti..." ridacchiando sommessamente lo guardò conscio d'aver recitato una frase con parole ben conosciute al saiyan, parole che in tutti quegli anni mai avevano smesso di echeggiare nella mente del freddo.
    "Ebbene, direi che adesso siamo pari." concluse riabbassando la mano.
    Sì, erano davvero pari, l'energia tanto schifosamente accettata da Freezer quel lontano giorno su Namek che forse gli aveva garantito la sopravvivenza e che tanto fastidiosamente in quei decenni egli aveva sopportato d'aver conservato in corpo, ora era tornata al suo diretto proprietario.
    Freezer per la prima volta si sentiva soddisfatto nei confronti del suo più acerrimo rivale, il super saiyan.

    "Adesso vai, e distruggi quell'essere di nome Jiren per me" non avrebbe mai smesso di considerare i saiyan i suoi servi più fidati e più odiati.



    ◆ codice role sir F ~ NON COPIARE - Thanks to ***
  6. .
    son gohan

    ◆ 35 / 17 ◆ hybrid saiyan ◆ tauros
    ◆ may 18 ◆ piccolo's student
    ◆ dad ◆ etero
    kakaroth




    No! Don't hurt my friends!




    Giunti ad un certo punto bisognava agire, per forza: questo gli era stato insegnato non solamente dal maestro Piccolo ma anche dagli eventi della vita che sempre e da sempre l'avevano costretto a ritrovarsi alle strette.
    Aveva appena imparato a camminare che già una pericolosa minaccia sulla Terra che portava il nome di 'saiyan', l'aveva portato a scatenare la sua ira; aveva ricordi molto offuscati di quel giorno ma fu certo di aver messo a dura prova la resistenza ma soprattutto l'onore di quello che non era altri poi che suo zio. Sangue del suo sangue, del sangue di suo padre, peccato però che la follia omicida e pazzoide che caratterizzava la razza dalla quale entrambi discendevano e appartenevano, aveva indotto Raditz sulla strada di non ritorno. Ucciderlo era stato perentorio, quanto sacrificare la vita di un Son Goku ancora troppo giovane, appena divenuto padre.
    Ecco perché Gohan aveva sempre detestato combattere: perché bisognava sempre giungere alla violenza, uccidere, fare del male per far valere le proprie ragioni; vedere la sofferenza sul volto di un nemico era per il figlio di Goku uno spettacolo disdicevole, atroce e del tutto rinunciabile. Il giovane figlio del saiyan venuto sulla Terra avrebbe di gran lunga preferito fare della sua vita un enorme spettacolo di cultura, di studi e perché no sfondare nel mondo della ricerca. Peccato però che la sola garanzia per mantenere la pace sulla Terra fosse proprio suo padre, Goku il quale, a differenza del figlioletto aveva sempre preferito allenarsi e combattere.
    Dote che sì, in parte aveva tramandato al figlio ma che non era riuscito a inculcargliela come priorità.
    Sebbene Gohan avesse dimostrato da sempre, anche a seguito degli allenamenti sostenuti con il maestro Piccolo, severo quanto importante per lui, di avere una potenza latente inarrivabile, specie quando si arrabbiava, nemmeno in quell'occasione, guardando in faccia e negli occhi quel mostro di Cell, riusciva a provare la necessaria rabbia per indurre le proprie membra a lottare come forse tutti avrebbero desiderato.

    Le urla dei presenti, di Crilin, di Piccolo, del padre, di Trunks e gli altri, gli giungevano alle orecchie come sordi e dolorosi lamenti, accompagnati da preghiere e sostegni con i quali tentavano in tutti i modi di indurlo ad arrabbiarsi per porre fine a quel martirio.
    "...Io... I-Io non posso... Non voglio..." andava ripetendo il ragazzo dai capelli biondi a seguito della tanto famigerata trasformazione in super saiyan.
    Non sembrarono servire neanche le parole di Cell, il suo nemico, l'androide progettato dal dottor Gelo a schernirlo abbastanza per farlo innervosire.
    "Non voglio fare del male a nessuno, nemmeno a un mostro come te!" ripeté per l'ennesima volta il giovane.
    E fu così dunque che impietrito e attonito se ne stava lì il figlio del saiyan venuto dalla Terra, avente le gambe immobilizzate come fossero tronchi d'alberi secolari e le mani tremanti per la rabbia a tratti ai vertici e a tratti controllata fino a quando l'attenzione dello stesso venne richiamata dal macabro rotolamento della testa mozzata di c16 proprio verso di lui.
    Non gli venne nemmeno da chiedersi come avesse fatto a giungere sin di fronte a sé, non sembrò essere importante.
    La mente del ragazzo era talmente cristallizzata che non sembrò avere nemmeno la capacità di formulare né pensieri né domande, ma fu abbastanza capace di comprendere le ultime preziose parole che c16 aveva deciso di dire solamente per rivolgersi a lui.

    "...N-Non... Non... c'è niente di... sbagliato...? Dici... che... non sia sbagliato...?" gli domandò mentre quello tentava di spiegargli che nel combattere per il bene degli altri non si commetteva peccato. Sfortuna volle però che Cell pensasse bene di impedire a c16 di continuare quella loro bizzarra conversazione: l'androide aveva letteralmente distrutto la testa del cyborg in mille pezzi con una semplice e distruttiva pedata, schiacciandolo senza remore e senza pietà.
    . . . . . . . . . . . .
    silenzio
    vuoto
    nemmeno l'aria ora sembrava esistere
    un leggero e impercettibile cinguettio lontano accompagnò i suoi battiti
    ...battiti
    battiti...
    e ancora battiti
    crescenti
    ora più che mai
    ora più assordanti e pulsanti che mai

    "AH!!!"

    Gli occhi di tutti i presenti prestarono la loro attenzione al centro del ring, là dove Son Gohan aveva appena manifestato l'apice estremo della sua rabbia in un grido perdurato per almeno una decina di secondi mentre le braccia si tesero in un unico fascio muscolare e l'aura dorata del super saiyan gli troneggiava attorno adornata da infinite scariche elettriche incessanti.
    Perché quel mostro aveva dovuto interrompere quella conversazione.
    Perché quel mostro aveva dovuto essere così tanto crudele e meschino.
    c16 non poteva muoversi, ormai era finito, distrutto, si stava praticamente già spegnendo.
    Perché lo aveva fatto?
    Le lacrime di un giovanissimo super saiyan 2 venuto alla luce per la prima volta nella faccia dell'universo conosciuto, cominciavano copiosamente a sgorgare fuori dai suoi occhi verde acqua.
    "Cell. Non avrò pietà di te." Gohan si era arrabbiato.





    ◆ codice role sir F ~ NON COPIARE - Thanks to ***
  7. .
    Che cosa posso dire, se non Chapeau?

    Non ho mai avuto il piacere di ruolare con te quando avevi Whis, ma è evidente che è...tuo
  8. .
    MI HAI FATTO LETTERALMENTE URLARE.
    Il mio Whis <3 cioè no, volevo dire. SI IL MIO WHIS.
    No, non posso commentare, sarei troppo di parte! Ma commento uguale, sei e sarai sempre il Whis perfetto perché easy tu SEI Whis!
    La parte finale mi ha fatto scattare <3 è stato bellissimo leggerti di nuovo come lui e spero tanto che sia un anticipo di un ritorno vero!!!
  9. .
    Grazie mille per il vostro giudizio, grazie per aver analizzato, espresso la vostra, ed aver dedotto che era giusto approvarmi! Grazie mille di cuore! Mi impegnerò al massimo per rendere Sora al meglio, e donare role sempre sempre più belle sia ad ogni spettatore, sia a coloro che ruoleranno con me!
    Grazie mille, nel caso non lo avessi ancora detto! (?) <3 Gentilissimi tutti! Anche fin troppo!
  10. .
    < Woah.. Era davvero tanto che non venivo qui.. >

    Sussurrò lentamente il bruno, osservando le pareti rocciose di quel "posto segreto" in cui tante volte lui e Riku venivano a giocare, osservando quella porta così misteriosa.
    Erano passati davvero tanti anni, e dopo tutti i suoi viaggi, Sora aveva scoperto lo scopo di quella che, inizialmente, pensava fosse una semplice parete di legno che nascondesse qualcosa dietro di sé.
    Si formò un piccolo sorriso sulle labbra della ragazzo, ed una singola lacrima scese lungo la propria guancia.

    < Mh? E-Ehi.. >

    Si rimproverò da solo, e fece scorrere il dorso della mano lungo la guancia, asciugandosela da quel liquido abbastanza salato.
    Dopo di che si diede due piccoli schiaffetti sulle guance, come per riprendersi dal tutto, e si sedette al suolo, a gambe incrociate. Portò le braccia all'indietro, premendole sulla sabbia, osservando tutti quei disegni che lui e Kairi avevano lasciato li dentro. Anche Riku aveva lasciato qualche segno, ma molto meno degli altri due.

    < Kairi.. >

    Osservò attentamente il disegno più importante di tutti, ovvero quello in cui, insieme, condividevano il frutto Paopu. Era successo davvero. Finalmente erano riusciti a condividerlo durante l'ultima avventura. Ma a quale prezzo?
    Il ragazzo non era li per deprimersi, era li per ricordare momenti felici, e belli, così scosse velocemente il capo, e sorrise intensamente, come per comandare il proprio corpo ad essere gioioso e pronto a ricordare i bei vecchi tempi, e così, fece.
    -
    Un giovane Sora corse velocemente verso quella porta, e cominciò a bussare intensamente su di essa. Tuttavia, nessuna risposta. Fu li che venne raggiunto da Riku, il quale, con molta sapienza, e con fare anche leggermente antipatico, gli disse che lo aveva lasciato vincere, solamente perché altrimenti poi avrebbe rotto le scatole. A quel punto Sora si girò verso di lui, mettendo un broncio intenso.

    < Ehi, Riku, ti sembra il modo giusto di fare una gara? Voglio vincere superandoti per davvero, non lasciandomi vincere! Altrimenti come potrò guardare Kai-...
    Ehm, m-mh.. >

    Un po' imbarazzato, ma ancora arrabbiato, si voltò verso la porta fissandola intensamente. Fece lentamente dei piccoli passi all'indietro, fino ad affiancare il compagno, il quale gli disse che, in quel modo, aveva almeno aiutato il ragazzo a superare la paura di quella lastra di legno, fifone com'era.

    < Ehi! L'abbiamo evitata per tanti anni insieme.. Non la temevo solo io.
    Mmh... Ehi, dimmi Riku, ma... Quando viaggeremo per il mondo, o per tutti gli altri mondi che ci sono qui fuori, lo faremo con una nave grande grande??
    Io spero proprio di si! Sarebbe bello, e potremmo anche essere dei pirati??? >

    Chiese sporgendosi verso il compagno albino, unendo le mani a pugno, cominciando a dondolare velocemente con il proprio corpo. Riku era decisamente la sua fonte di ispirazione. Cercava con tutto se stesso di essere come lui, e dunque era lui che cercava, sempre, come fonte di risoluzione dei propri dubbi. E in qualsiasi momento di difficoltà, egli gli chiedeva aiuto..
    A meno che non fossero contro, e non si trattasse in qualche modo di far breccia nel cuore di Kairi. Tuttavia, l'amico lo derise appena, ma in modo amichevole, e non molto cattivo. Egli gli disse che era meglio non giocare a fare i pirati, o avrebbero avuto sicuramente dei piccoli problemi. Sora sospirò, rassegnandosi, calando così il proprio corpo verso il basso.
    Però, l'amico aggiunse che se mai avessero fatto i pirati, egli sarebbe stato il capitano, con il completo appoggio di Kairi.
    Fu a quel punto che Sora mostrò un'espressione infastidita. Si risollevò.

    < Ehi, che cosa vorresti dire!? >

    Gli disse prima agitando la mano, portando subito dopo le mani, chiuse a pugno, vicino al proprio petto, mentre lo fissava quasi in cagnesco, col corpo leggermente rivolto verso di lui.
    Riku rispose che tra i due il più forte era lui, ed era quasi del tutto ovvio che Kairi avrebbe scelto lui come capitano e protettore della nave.

    < Tsk, non è affatto vero.. Io... Io un giorno sarò addestrato da un vero e forte pirata, e ti batterò con le mie forze! Sarò un pirata ed un capitano migliore! Hmpf. >

    Non lo disse apertamente, ma era ovvio che era divenuta una questione personale, proprio per la ragazza dai capelli rossicci. Voleva conquistarla, voleva essere il SUO capitano, e poi.. Voleva anche divertirsi a fare il pirata. Gli fece quella promessa, con determinazione e con tanta voglia di superare il proprio punto di riferimento, ovvero il compagno che aveva appena finito di deriderlo.
    Proprio in quel momento, il ricordo di Sora venne modificato, e i due protagonisti crebbero, ed entrambi osservavano quella porta ancora una volta.
    Riku era probabilmente immerso nei suoi pensieri, ed il bruno si voltò appena verso di lui, allungando leggermente una mano verso la sua figura.

    < Mmmh... mmh.. >

    Cercava qualcosa da dirgli, forse per rasserenarlo. Probabilmente egli non aveva mai superato ciò che gli era successo con l'oscurità, specie perché quest'ultima si trovava ancora dentro il suo cuore, e difficilmente sarebbe stata estirpata.
    A quel punto riuscì a trovare le parole esatte da dirgli, e con un piccolo sorrisetto, si portò entrambe le mani sul capo, cominciando a dondolare con fare spacciato, ed anche molto fiero, come se si stesse per vantare di qualcosa.

    < Beh, beh...
    Alla fine il pirata esperto era molto disonesto, però.. Ammetto che mi ha insegnato ad essere un pirata, e seguendo le sue orme, è ormai provato che sia un pirata ed un capitano migliore di te. >

    Il riferimento a Jack Sparrow era ovvio, anche se l'altro si era appena ripreso dai suoi pensieri, e dunque si voltò verso di lui, spostando il viso di lato, e chiedendogli a cosa si stesse riferendo.

    < Ehi, Riku! Non posso crederci, hai davvero dimenticato? Tsk... Grazie, eh.. >

    Ridacchiò appena, poco dopo, e portò entrambe le mani sul proprio bacino, inarcando un sopracciglio e sporgendosi appena verso di lui, e dunque verso l'alto, visto le differenti stature.

    < Hai dimenticato che promessa ti ho fatto qui dentro molto tempo fa? Adesso ho molta più esperienza di te nella pirateria. Quindi direi che ho vinto! >

    Gli disse con vanità, e con un tono anche leggermente antipatico, gongolando. Ovviamente era ironico, e nessuno di questi comportamenti era cattivo verso l'altro.
    Riku emise un debole sorrisetto, ma seriamente divertito da Sora.
    A quel punto gli poggiò una piccola mano sulla spalla, ed il bruno tornò eretto, e tranquillo, fissando prima la mano, per poi sollevare gli occhi verso quelli dell'altro, sussurrando debolmente il suo nome.
    Con un ampio sorriso, l'amico gli disse che aveva ragione, e che quella promessa era stata portata a termine. Tuttavia, aveva soltanto imparato ad essere un piccolo mozzo, e per essere un VERO CAPITANO aveva ancora molta strada da fare. Ridacchiando a quelle parole, cominciò ad allontanarsi.

    < Ehi, non è vero! Non è giusto! E'.. Scorretto! >

    Si mise a correre verso di lui, ed entrambi uscirono da quel luogo così intimo, e pieno di storie.
    Fu a quel punto che Sora si riprese da quei ricordi, e si inginocchiò davanti a quel disegno che ancora fissava intensamente. Allungò una mano verso il volto di Kairi, premendola delicatamente contro di esso, e sorrise con fare amaro.

    < Kairi.. Quanto ho fatto per riuscire a farmi preferire da te. Ho coinvolto persino la mia passione della pirateria per riuscire a piacerti.
    Riku, se solo avessi avuto il tempo di dirti che alla fine ce l'ho fatta! Tia Dalma mi ha insegnato ad essere un ottimo capitano, a governare una nave, ehehhe.. >

    Fu a quel punto che due lacrime cominciarono a scorrere lungo le sue guance, perché sapeva di non essere davvero li, in quelle isole. A casa.
    A poco a poco, tutto si dissolse, e gli occhi di Sora, ancora in lacrime, si aprirono lentamente su quel divano, in quell'appartamento moderno e differente da quelli che conosceva.
    Si guardò attorno, e sospirò leggermente sollevandosi da quel divano.
    Si stiracchiò un po', e poi si diresse verso il bagno.
    Così.. Cominciava un'altra giornata a Quadratum. Ancora una volta, egli avrebbe svolto le sue commissioni giornaliere, ma avrebbe anche cercato un modo per tornare a casa. Per tornare dai suoi amici. E non solo Riku e Kairi.
    Ma Paperino, Pippo, Il Re, Roxas, Naminé, Axel, Terra, Aqua, Ventus, Tidus, Wakka, Selphie.. Erano ancora tutti li, ad attenderlo. E non avrebbe mai smesso di cercare la sua via del ritorno.
  11. .
    A me si può solo adorare broetto!! Qua scoprirai che in realtà mi maledicono tutti solo perché faccio la notifica role AHAHAHAH
    Comunque, spero che ti troverai bene in questo gruppo di scatenati e che in base a ogni impegno riuscirai a gestirti al meglio con le role!
    Io il tuo Soretto lo conosco già, con la mia Usa ne ho sperimentato le abilità anche combattive, e mi auguro che ti troverai bene a ruolarlo anche qua!
    Ancora benvenuto, sono stra felice di avercela fatta a convincerti!!
  12. .
    Salve a tutti. Nonostante qui mi chiami Sorasraft, in realtà è solo un riferimento al personaggio che interpreterò, chissà chi è (?) ehm ehm COFF COFF..
    Eravamo al mio nome. Si, chiamatemi RYU. Esatto, Ryu è il mio nome, e spero di essere simpy. O meglio, di risultarlo a chiunque.
    E' un piacere fare la vostra conoscenza, e lo sarà anche ampliarla, spero di poter ruolare a fondo con tutti quanti. Intramare e creare una storia così grande da far impallidire persino Nomura.
    E sicuramente, per proseguirla sono certo che non attenderemo 4/6 anni a role ahahaha!
    I miei interessi sono tutto il mondo del Nerd. Quindi Anime/manga, videogiochi, Libri, eccetera! Potete usare qualsiasi pronome nei miei confronti, accetto ogni cosa, perché dentro di me mi sento un po'.. TUTTO hehe.
    Per il resto ho trovato questo posto grazie ad F. E' stat@ molto cordiale, gentilissim@ e devo ammettere che ha insistito tanto tanto fino a convincermi del tutto. Ringraziatel@ o maleditel@ in base a come vi trovate con me! (?) <3
    Per il resto non ho altro da aggiungere! ^_^ E' un gran piacere unirmi a questa che spero sia una grande e bella famiglia!

    Nel mio profilo, se siete interessati, trovate anche il collegamento al mio Facebook Account. :3
  13. .
    << Adesso ricordi? >

    Le gambe penzolavano lentamente dai lati dell’alto cornicione in marmo. Rimuginava, assorto tra variopinte memorie di un tempo ormai passato, lambendo avidamente ricordi sconnessi. Gli apparivano ancora vividi e intensi, così profondi da dipingergli il volto scarno con un morbido sorriso. Nulla sembrava esser riuscito a scalfire la bellezza da quel volto pallido e immutato che gli si sedeva accanto, soltanto qualcosa si era permesso di insinuarsi in quel mix di pallore e perpetuità; Soltanto una piccola … minuscola, briciola di tristezza, sepolta nei meandri di un battito di ciglia, nascosta negli angoli aguzzi di un sincero e doloroso sorriso ; Il dolore, celato tra i bui cunicoli di una gabbia di ossa ormai logora e usurata rimaneva lì, fresco, ritinteggiato sporadicamente dagli eventi che il tempo portava con sé. La donna aguzzava lo sguardo, lasciando che le mani corressero a cingere il volto dell’altro con un leggero tocco.

    << Endymion … >>

    Le gambe arrestarono il proprio dondolio, lasciandosi precipitare lungo la volta celeste. Le mani scivolarono dietro la sua schiena rigida per agganciarsi disperatamente alla figura esile e splendente che rimaneva lì, immobile e distante anni luce in un sepolcrale silenzio; Urlò il suo nome, in un vano tentativo di deviare l’afflusso di nozioni contenute in quelle brevi parole. Sembravano ferme, pungenti, minuziosamente specifiche … Benché lasciassero trapelare, in quel biascicare freddo e coinciso, un’infinita tenerezza.

    << Svegliati! >>

    Mamoru Chiba sbatté le palpebre ancora una volta prima di mettere a fuoco il soffitto cenerino, alcune crepe sembravano diramarsi sulle pareti inumidite con sleale destrezza. Le labbra rosee si arricciarono, gonfiando le guance in un buffo sbadiglio; Preferì distogliere lo sguardo ancor prima di incrociare le lancette del proprio orologio da taschino, posandolo altrove, lungo la spoglia mobilia che adornava l’ampia stanza in cui si era accomodato. Non gli sembrava giusto, sostenere ogni notte quegli occhi chiari e indagatori, capaci di scavare nelle variegate sfumature del proprio animo con una semplice occhiata.
    Sgonfiò lentamente le guance, lasciando distendere le labbra in un sonoro sbuffo, prima di balzare giù dal letto e atterrare sul pavimento freddo della stanza. Le mani scivolarono lungo i fianchi, prima di voltarsi ad osservare il proprio riflesso nello specchio poggiato alla parete. Lo scrutò attentamente, mentre le lunghe dita arruffavano i capelli scuri e le iridi cerulee si perdevano assorte nel nulla di chi sa quali pensieri. Avrebbe rimuginato più tardi su quella presenza ormai costante nei suoi sogni.

    <<era solo un sogno>>

    Si ripeté, congedando con solidale pigrizia la stanchezza ormai accumulata dalle numerose notti insonni.
  14. .
    Buongiorno cari mod,
    anzi tutto vi ringrazio per aver preso visione della role di prova e in particolare ringrazio »ƒleur rouge« per essersi presa la briga di analizzare lo scritto.

    Per quanto riguarda il resto tengo a precisare che, qualora mi fosse stato chiesto, avrei di mia iniziativa stessa -essendo la persona che ha stilato certe regole- precisato che se anche un solo utente da fuori (e non) avesse richiesto Cloud, lo avrei ceduto e avanzato proposte per favorirlo/a nel tentativo di fare un prova.
    Fermo restando quanto detto, so che Cloud (come Goku in DB) sarebbe ed È un PG essenziale valendo come protagonista dell’opera che nel GdR noi tutti trattiamo; la mia volontà era quella di poterlo muovere in attesa che arrivasse o si proponesse un player volenteroso, player che -ammesso arrivasse, noi tutti ce lo auguriamo- sarà altresì LIBERISSIMO/A di decidere quale linea di trama assegnare al suo PG. Questo perché per quanto i/il player antecedenti abbiano svolto il loro/suo percorso con il suddetto, nessun giocatore che ne farà le veci sarà COSTRETTO/A a seguirlo come fosse la Bibbia, bensì con una trama a seguire ben strutturata e spiegata potrà svincolarsi da legami / amicizie canon / non canon che qualsiasi trama precedente al suo arrivo abbia visto protagonista Cloud, in caso ovviamente non fosse favorevole a perseguirli.
    Il motivo di tale realtà che a quanto pare non era chiara e me ne dispiaccio, tengo a precisare è suggerita perché una persona prende un PG senza conoscere le vicende del GdR ma perché ama il PG ORIGINALE (ps. personalmente non vedo quale altro Cloud esista se non quello originale), e non perché conosca i legami che ha nel GdR. Dunque è nostra cura fargli conoscere i risvolti di trama è certamente canonicamente guidare il giocatore nel rispettarli il più possibile con buon senso e logica prospettiva del PG, ma è nostro DOVERE aiutare il player (nuovo o non, ribadisco) a ruolare il SUO Cloud e non quello lasciato dai player precedenti.
    Logico che non potrebbe prendere e fare il piffero che gli pare di punto in bianco; andrà strutturata, ponderata e studiata ogni sua azione per avvicinare il vecchio Cloud al suo il più possibile. Importante e ricordarci sempre che qua nel NOSTRO GdR permettiamo a TUTTI di ruolare i PG scelti nella massima libertà (in rispetto massimo del canon) e divertimento possibile guidandoli nel seguire una trama SENSATA nella quale OGNUNO DI NOI ha il DIRITTO di divertirsi e NON solo seguire il volere di master, mod, admin e founder i quali sono e saranno sempre chiamati a gestire/creare trame avvincenti e coinvolgenti, fare da guida e supporto ma mai obbligare né vietare nulla ma ascoltare, andando sempre incontro (nei limiti del sensato) ai player entranti, nuovi e non.

    Con ciò, vi ringrazio per i vostri preziosi pareri in merito, rinuncio di mia iniziativa a ruolare il PG nonostante conoscessi benissimo il regolamento (avendolo io stess* stilato) e sapendo dunque che, date queste premesse che è stato necessario chiarire date alcune precisazioni vostre, avrei potuto BENISSIMO occuparlo.

    Ma preferisco muoverlo in What If (trattandosi di role NON canon per la trama) fin quando qualche anima pia non si offrirà volontaria nell’occuparlo o qualche utente da fuori -ancor meglio- non giungerà fra noi, evento che tutti ci auguriamo abbia modo di accadere quanto prima.

    Che dire più? Grazie di nuovo e buone role guys ~
  15. .
    Cloud Strife

    ◆ Jenova's Son ◆ Lion ◆ 11 August ◆
    ◆ Former ShinRa Infantryman ◆
    ◆ Mercenary ◆ etero ◆
    クラウド・ストライフ


    "Stay where you belong:
    in my memories"

    Ancora incubi quelli che incontrastati si erano susseguiti la notte trascorsa che aveva donato a Cloud Strife, ex fante della ShinRa e ora mercenario occasionale un sonno per nulla riposante, non che il biondo solitario e taciturno salvatore della terra, così alcuni dei suoi compagni d'avventura erano soliti definirlo, avesse poi tanto bisogno di sentirsi riposato. Nei mesi trascorsi a rincorrere il suo nemico più acerrimo l'avevano tenuto ben allenato per sentirsi pronto a tutto anche senza riposo alle spalle, peccato però che avesse imparato a farsi valere in determinate situazioni fin troppo tardi: l'aver permesso al figlio di Jenova di uccidere l'ultima degli antichi, l'unico essere vivente privo di macchia e peccato che avesse conosciuto sulla faccia del pianeta, la giovane Aerith, era una colpa e un fardello che Cloud, nonostante le svariate vicissitudini che avevano seguito tale evento, non sarebbe mai riuscito totalmente a perdonarsi.
    Forse era proprio quello uno dei tanti motivi che aveva spinto l'ex fante a isolarsi per diverso tempo da tutti i suoi compagni per prendersi qualche giorno per sé.
    'Andrò via per un po', chiamatemi se avete bisogno'. Così aveva detto prima di lasciare Tifa, Barret e gli altri. Aveva bisogno di qualche settimana in totale solitudine, girare con la sua fidata moto per i deserti che circondavano ciò che era rimasto della vecchia Midgar, ora Edge, e pensare... Pensare all'accaduto, ai peccati, alle vittorie e alle sconfitte; stare da solo senza che nessuno gli dicesse che era stato bravo e coraggioso. Bravo in cosa poi?
    Cloud in cuor suo era convinto di non essere riuscito realmente a debellare il pericolo. Sephiroth, l'essere che era rimasto di Jenova, in fondo era sempre stato una realtà che non aveva mai potuto del tutto scollarsi di dosso: le loro cellule erano le stesse e per quanto avrebbe per sempre rinnegato quella realtà, il loro sangue uguale rendeva loro due fratelli di detto e di fatto.
    La stessa sorte, quella dovuta a Zack prima di passare a miglior vita aveva fatto si che le loro memorie e i loro ricordi di vita passata venissero letteralmente fuse e unite nella mente del biondo fante della ShinRa. Una realtà che aveva sconvolto la sua realtà, le sue convinzioni e il suo operato.
    Per quanto Tifa fosse stata capace di aiutarlo a riemergere dall'oblio in cui quella scomoda verità dei fatti l'avesse fatto piombare -gesto per il quale sempre le sarebbe stato grato-, Cloud una volta salvato il pianeta, non tanto per le sue doti da guerriero ma per l'intervento di Aerith dal lifestream, cadde nuovamente in un terribile tunnel di non accettazione di se stesso.

    "Continuerai a tenermi compagnia nella mia mente finché non sarò capace di chiuderti per sempre nei miei ricordi" disse sottovoce rivolgendosi a quella solita voce che era più solita farsi udire nel cuore della notte.
    Costeggiando il lungo mare di Costa del Sol, Cloud lanciò un'occhiata verso le spiagge deserte data la fredda stagione che accompagnava il suo giro in moto.
    "Non hai il coraggio di farti sentire eh?" aggiunse sorridendo quasi beffardamente ma certo che l'illusione quella voce fosse sparita era solo il solito gioco esercitato da lui.
    Posteggiata la moto e tolto il casco per riporlo sul sedile della stessa, Cloud sentì il telefono cellulare squillare. Lo recuperò, giusto per controllare chi fosse e poi richiuderlo: era solito fare così, l'idea che qualcuno lo cercasse lo faceva sentire al sicuro, non del tutto solo, ma non rispondere poi era il suo classico comportamento a seguire; non che fosse solo poi, con lui c'era Sephiroth, c'era sempre Sephiroth in qualche modo. Sephiroth era la sua triste realtà, la sua perenne verità.
    Sceso sulla spiaggia per osservare in silenzio le onde del mare, Cloud raccolse una pietra dopo averla erroneamente calciata con lo stivale destro. La strinse in mano sentendola sfregare contro il guanto.
    "Vorrei che tutto tornasse indietro, vorrei tornare a quel giorno e impedirtelo" disse digrignando i denti mentre ancora, di nuovo, quelle immagini atroci si susseguivano nella sua mente e nella sua memoria.
    "Che fai piangi? Tu non puoi provare dolore... Sei solo un pupazzo"
    Avrebbe urlato di rabbia se fosse stato capace di manifestare fisicamente i propri sentimenti e sensazioni, ma no. Cloud per l'ennesima volta interiorizzò il dolore provato a quel ricordo, nessuna manifestazione di collera ebbe luogo visivamente in quel momento, quasi come se il giovane volesse impedire che persino il mare fosse testimone del suo dolore.
    Però con rabbia ecco che l'ex fante lanciò con tutta l'energia avuta nelle braccia quella pietra lontano tra le onde del mare.
    "Che tu possa sparire, andartene per sempre per mai più tornare, Sephiroth... Che tu sia maledetto..."
    Sarebbe tornato e, ancora una volta, avrebbe fatto rientro nella stanza del motel in cui da troppi giorni ormai aveva deciso di alloggiare in totale solitudine.



    ◆ codice role sir F ~ NON COPIARE - Thanks to ***
394 replies since 24/4/2017
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